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La riorganizzazione dell’INFN e le collaborazioni internazionali (Dal 1971 al 1981)

La riorganizzazione dell’INFN e le collaborazioni internazionali
Durante la presidenza Villi, a seguito della riorganizzazione del 1971 del CNEN e grazie all’attuazione di una serie di necessarie riforme amministrative e di accordi con i suoi referenti istituzionali, il CNR e le università italiane, l’INFN acquisirà la personalità giuridica e la struttura che ancora oggi lo contraddistinguono. Risale infatti a questo periodo l’istituzione delle Cinque Commissioni Scientifiche nazionali incaricate di fornire consulenza e di affiancare il Consiglio direttivo e la Giunta esecutiva nelle scelte relative all’attività di ricerca e la riorganizzazione della rete territoriale delle strutture, con il superamento della divisione ancora esistente tra sezione e sottosezioni e la trasformazione di queste ultime in gruppi collegati.
Al temine della presidenza Villi, l’INFN sarà costituito da 14 Sezioni e da tre Gruppi Collegati. A questo stesso periodo risale anche la sottoscrizione di importanti accordi di collaborazione scientifica con l’Istituto Unificato per le Ricerche Nucleari (JINR) di Dubna, una sorta di CERN sovietico, con gli Stati Uniti, il Giappone e con il Centro Internazionale di Fisica Teorica (ICTP) di Trieste, nato nel 1962 su iniziativa di Abdus Salam. Gruppi di ricerca INFN inizieranno inoltre a contribuire alle attività del Fermi National Accelerator Laboratory (Fermilab) di Batavia, e a quelle del laboratorio tedesco DESY di Amburgo, solo per citare i più importanti.
ICTP, 1964 primo consiglio sceintifico, a sinistra Abdus Salam
Gli anni ’70 vedono inoltre la fisica italiana e l’INFN, diventato ormai punto di riferimento e catalizzatore delle attività di ricerca teorica e sperimentale, ricoprire un ruolo centrale all’interno del panorama internazionale. Questo decennio, che può essere considerato una secondo rinascimento della fisica italiana, dopo quello inaugurato a inizio secolo dalle scuole di Roma e Arcetri, sarà infatti contraddistinto da contributi fondamentali nel campo della teoria elettrodebole e in quella delle interazioni forti, risultati che si riveleranno fondamentali per l’elaborazione del Modello Standard.
Giorgio Parisi

Tra i protagonisti di questi successi, i ricercatori appartenenti al gruppo di Roma, Nicola Cabibbo (vedi ‘dal 1961 al 1971’), Luciano Maiani (vedi ‘dal 1961 al 1971’), Roberto Petronzio (vedi ‘dal 2001 al 2011’), Giorgio Parisi, Guido Altarelli, Guido Martinelli e Giovanni Jona-Lasinio. Altrettanto importanti, in questo stesso periodo, saranno i primi passi compiuti da ricercatori italiani come Gabriele Veneziano e Sergio Ferrara per formulare una teoria in grado di unificare gravità e meccanica quantistica.

Nel 1973, anno in cui l’azienda statunitense Motorola effettua con successo la prima chiamata tramite un prototipo di telefono portatile, progenitore dei moderni cellulari, il contributo dell’INFN alle attività di ricerca del CERN rende possibile la scoperta delle correnti deboli neutre nelle interazioni di neutrini. Risultato che conferma l’ipotesi sull’unificazione della teoria della interazioni deboli con quella delle interazioni elettromagnetiche.
Il risultato viene ottenuto grazie all’esperimento Gargamelle, nome della madre di Gargantua, una gigantesca camera a bolle riempita di freon bombardata dai neutrini prodotti dal protosincrotrone del CERN.
Luciano Maiani racconta la scoperta delle correnti deboli neutre da parte della collaborazione Gargamelle
crediti INFN
All’inizio del 1976, mentre nelle edicole esce il primo numero del quotidiano La Repubblica, nato da un’idea del giornalista Eugenio Scalfari, Claudio Villi lascia il posto ad Alberto Gigli Berzolari, che diventa il quinto presidente dell’INFN. Il 29 aprile dello stesso anno l’INFN, il Centro Siciliano di Fisica Nucleare e Struttura della Materia di Catania (CSFNSM) e L’Università degli Studi di Catania firmano la convenzione per l’“istituzione del Laboratorio Nucleare del Sud a Catania”.
Fotografia dei laboratori di legnaro nel 1961
INFN Laboratori Nazionali di Legnaro, torre dell’acceleratore CN, 1961
Fonte INFN
I Laboratori del Sud, l’inizio della cui storia può essere fatto risalire alla metà degli anni ’50 con l’arrivo nella vecchia sede del dipartimento di Fisica di Catania di un acceleratore Van de Graaf da 2,5 MV, entrano così a far parte, insieme ai laboratori di Frascati e Legnaro, delle infrastrutture di ricerca dell’INFN.
Il 7 giugno 1976 viene accelerato il primo fascio di protoni all’interno del Super Proto Sincrotrone del CERN (SPS), acceleratore di protoni del diametro di 7km.
Gli esordi del progetto possono essere fatti risalire alla fine degli anni ’60, quando gli stati membri del CERN iniziano a discutere della possibilità di realizzare una macchina in grado di raggiungere l’energia di 300 GeV. Confronto a cui l’Italia partecipa candidandosi a ospitare l’acceleratore. I siti proposti saranno Doberdò del Lago, in provincia di Trieste, e Nardò, in provincia di Lecce. Prima del 1971, anno di approvazione del progetto, sarà tuttavia individuata una soluzione che consentirà di collocare la macchina a Ginevra.
Primo fascio al SPS, estate 1976
Fonte CERN
Nell’anno in cui il primo capitolo della saga di ‘Guerre Stellari’, ‘Una nuova speranza’, fa la sua comparsa nei cinema, il 1977, Alberto Gigli Berzolari lascia la presidenza dell’INFN, che sarà affidata ad Antonino Zichichi.

Antonino Zichichi, 1977
Fonte CERN

Grazie all’impegno profuso da Zichichi, sia sul piano scientifico sia su quello politico, per cercare di riposizionare la fisica italiana ai più alti livelli della ricerca internazionale, l’INFN, durante il suo mandato, vedrà infatti crescere sensibilmente i finanziamenti destinati alle proprie attività.
Tra i punti chiave per il rilancio, la costruzione di un acceleratore di particelle del diametro di 98km sul suolo italiano. Mai realizzato, il progetto, denominato Eloisatron, rappresenterà la base per i successivi e importanti risultati raggiunti dall’INFN nel settore dedicato alla fisica degli acceleratori.

a cura di Ufficio Comunicazione INFN
testi a cura di Matteo Massicci
Comunicazione visiva F. Cuicchio UffCom INFN, produzione Multimedia Service
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