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La Storia dell’INFN

I ragazzi di via Panisperna

Il gruppo di studi noto come “I ragazzi di via Panisperna” a Roma negli anni ’30, i “padri” della fisica nucleare.
Da sinistra: Oscar D’Agostino, Emilio Segrè, Edoardo Amaldi, Franco Rasetti ed Enrico Fermi. Credit: Archivio Amaldi, Dipartimento di Fisica, Università la Sapienza, Roma

Le origini e la nascita (Dal 1920 al 1951)

La storia di un Paese, della sua cultura sono il risultato del susseguirsi dei fatti con protagoniste le comunità che compongono la società civile di quella nazione. Nello stesso modo, alla nostra storia, quella dell’Italia e della sua cultura, sono indissolubilmente legate anche le storie della scienza, degli scienziati e scienziate e delle istituzioni di ricerca nazionali. Questa è quindi la storia della nascita e dei primi anni di vita dell’INFN, raccontata ripercorrendo le principali vicende non solo scientifiche, ma anche politiche, economiche e sociali, che hanno segnato la prima parte del ‘900 italiano.

Nella prima metà del secolo passato, la fisica italiana si trova ad affrontare le conseguenze della “follia fascista delle leggi razziali”, come la definirà Giorgio Salvini, terzo presidente dell’INFN.

I ragazzi di via Panisperna
“I ragazzi di Via Panisperna”

L’allontanamento volontario o forzato degli scienziati di origine ebraica e di quelli legati a ebrei da rapporti coniugali o di altra natura, tra cui compaiono figure di spicco quali Enrico Fermi, Emilio Segrè, Franco Rasetti e Bruno Rossi, indiscussi protagonisti della rivoluzione dell’atomo, rischierà infatti di vanificare gli incredibili risultati raggiunti a partire dal 1920 a Roma – dai ragazzi di Via Panisperna guidati dallo stesso Fermi – e ad Arcetri – dal gruppo specializzato nello studio dei raggi cosmici nato intorno a Bruno Rossi – e di chiudere anticipatamente l’esperienza di quella scuola italiana di fisica atomica nata con essi.

Con la Seconda guerra mondiale ormai alle porte, si consuma la preannunciata crisi della fisica italiana, che prende atto dell’ormai incolmabile divario esistente con i gruppi di ricerca attivi negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Seppur scoraggiati e privi di mezzi e risorse adeguate, i fisici rimasti in patria proveranno a riorganizzarsi in maniera autonoma nel tentativo di formare una nuova generazione di ricercatori e di continuare a giocare, una volta terminata la guerra, un ruolo competitivo a livello internazionale.

Avrà così inizio un mirato trasferimento di scienziati tra i dipartimenti di fisica delle università di Roma, Milano, Padova e Torino, allo scopo di fornire linfa vitale alla fisica teorica e sperimentale italiana attraverso la creazione di nuovi gruppi di ricerca.

Antonio Rostagni
Antonio Rostagni, Gleb Wataghin, Enrico Persico,
Enrico Fermi, Matilde Rostagni (Gressoney-La-Trinité, dicembre 1932)

Una scelta che si rifletterà sulla successiva e ampia distribuzione sul suolo nazionale di quelle che diventeranno le sezioni di cui è composto l’INFN, nonché sulla missione di perfezionamento didattico dei ricercatori e sullo stretto legame con il mondo accademico, ancora oggi aspetti centrali dell’attività dell’istituto.

Il 6 e il 9 agosto 1945, le bombe di Hiroshima e Nagasaki pongono fine alla Seconda Guerra Mondiale. Nonostante lo shock e lo sdegno con cui l’opinione pubblica e la stessa comunità scientifica accolgono la distruzione e l’impressionante numero di vittime provocate dalla detonazione di Little Boy e Fat Man – questi i nomi dei due ordigni -, in tutti i paesi, Italia compresa, cresce l’interesse nei confronti delle possibili opportunità derivanti dall’utilizzo dell’energia nucleare per scopi civili.

Antonio Rostagni
Amaldi, Bernardini e Pancini
Fonte wikipedia pubblico dominio

la ricostruzione della fisica italiana, soprattutto per merito dell’operato e dell’autorevolezza di due delle figure chiave delle politiche della ricerca italiana ed europea della seconda metà del ‘900, Edoardo Amaldi e Gilberto Bernardini, tra i pochi protagonisti della nascita delle scuole di Roma e Arcetri rimasti in Italia.

È grazie alla loro guida e alla loro lungimiranza che viene individuata la strategia comune della fisica nazionale del primo dopo guerra e vengono mossi, a partire da un progetto sottoposto nel 1930 da Enrico Fermi a Benito Mussolini, i primi passi verso la creazione di un istituto nazionale per il coordinamento delle attività di ricerca in fisica.

Nel 1946, a due anni dalla liberazione di Roma da parte delle forze alleate, grazie agli sforzi compiuti prima e durante il conflitto al fine di salvaguardare la continuità delle ricerche, come dimostra il caso emblematico del trasferimento clandestino delle attrezzature tecniche dell’Istituto di fisica di Roma negli scantinati del liceo Virgilio a seguito del bombardamento dello scalo di San Lorenzo del 1943, la fisica italiana può festeggiare un altro importante risultato.

Marcello Conversi e Oreste Piccioni
Marcello Conversi e Oreste Piccioni nello scantinato del liceo Virgilio.
Il luogo fu scelto anche per la sua vicinanza al Vaticano, che gli alleati non avrebbero mai osato bombardare
Esperimento Conversi Pancini Piccioni
Le lastre magnetiche originali utilizzate da Conversi, Pancini e Piccioni per il loro esperimento, conservate al Museo del Dipartimento di Fisica della Sapienza, a Roma

Il rivelatore per lo studio dei raggi cosmici realizzato da Ettore Pancini, Marcello Conversi ed Enrico Piccioni, fornisce infatti le prove della natura elementare della particella allora nota come mesotrone, che sarà successivamente battezzata muone. La scoperta segnerà la nascita della fisica delle particelle elementari.

“La ricostruzione delle fisica italiana” Edoardo Amaldi

Il 1948, anno di entrata in vigore della Costituzione italiana, vede l’inaugurazione del laboratorio Testa Grigia

La realizzazione della struttura, posizionata a 3505 metri di quota nella punta sovrastante la valle del Breuil nel massiccio del Cervinio, rientra nell’ambito degli obiettivi perseguiti dalla fisica italiana al termine della Seconda Guerra Mondiale, orientati verso lo studio e la caratterizzazione dei raggi cosmici, settore a cui il nostro paese – alle prese con la ricostruzione – avrebbe potuto fornire contributi rilevanti nonostante le limitate risorse e la mancanza di un acceleratore di particelle sul suolo italiano. Diretto da Gilberto Bernardini fino al 1949 e poi da Ettore Pancini fino al 1952, il laboratorio fornirà un punto di incontro per gli scienziati provenienti da altri paesi e per i primi gruppi di ricerca italiani che confluiranno più tardi nell’INFN.

Laboratorio dei raggi cosmici della Testa Grigia (Cervinia) alt. 3505 m. A sinistra il Cervino, a destra l’arrivo della funivia di Plateau Rosa’ con terrazza panoramica Crediti INFN, Italo Tricomi, Sezione di Torino.

È l’8 agosto 1951, la programmazione delle tre reti della riformata Radio Audizioni Italiane (RAI) fa riecheggiare nelle case del paese la voce di Nilla Pizzi e della sua ‘Grazie dei fiori’, vincitrice in gennaio del primo festival di Sanremo. È in questa data che, con il decreto numero 599 del presidente del CNR Gustavo Colonnetti, viene istituito l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Promotori dell’iniziativa sono lo stesso Colonnetti e Edoardo Amaldi, intenzionati a garantire una corretta distribuzione dei finanziamenti previsti per lo sviluppo del settore dedicato all’energia nucleare anche alla ricerca fondamentale.

Decreto costitutivo dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

Compito dell’Istituto sarà il coordinamento dell’attività scientifica del Centro di studio per la fisica nucleare, del Centro di studio degli ioni veloci e del Centro sperimentale e teorico di fisica nucleare, costituiti rispettivamente a Roma, Padova e Torino a partire dal 1945, a cui si aggiungerà poi il Centro per la fisica teorica istituito a Milano. Le quattro città e le loro università diventeranno così le sedi di quelle che nel 1952, grazie a un nuovo decreto di riordinamento CNR, diventeranno le prime sezioni dell’INFN. La scelta del primo presidente dell’Istituto ricadrà su Gilberto Bernardini.

a cura di Ufficio Comunicazione INFN
testi a cura di Matteo Massicci
Comunicazione visiva F. Cuicchio UffCom INFN, produzione Multimedia Service
ITC Services, Servizi Nazionali INFN

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